Messico: 5 posti da evitare + 5 posti dove avere gli occhi aperti!

Quindi hai deciso di prenotare il tuo viaggio in Messico?

Ottima idea! La cultura, la storia e la cucina messicana sicuramente ti incanterà! Sarà un viaggio bellissimo.

Come ben saprai questa nazione ha complicati problemi interni e alcune città sono considerate tra i posti più pericolosi al mondo. Ma non ti scoraggiare, l’importante è avere un quadro preciso della situazione, è consigliabile quindi evitare posti più pericolosi e come in ogni parte del mondo è bene sempre avere gli occhi aperti!

Ci sono molti articoli riguardanti il Messico, spesso confusi e inesatti. Per questo motivo sono stato molto scrupoloso nel confrontare le notizie con la realtà del posto. Alla domanda Si può viaggiare sicuri in Messico?

Rispondo SI, si può viaggiare sicuri, da soli o anche in famiglia. Tuttavia è bene informarsi. Ho voluto classificare qui alcuni posti o città da evitare in questo momento, aggiungendone altre che consiglio di visitare, prestando attenzione. La raccomandazione è valida comunque in ogni regione!

  1. Acapulco: (106,63 omicidi per 100.000 abitanti) Se qualche anno fa era il centro della movida mondiale, dove i vip andavano a spendere il loro soldi durante le vacanze, ad oggi è sede di numerose sparatorie. Proprio in questo periodo Acapulco la zona è il punto di contesa dei cartelli!
  2. Veracruz: Viene definito uno stato fuori legge persino dagli abitanti. Pare che qui si siano verificati spiacevoli episodi che hanno coinvolto sia innocenti e sia profili importanti come Maricela Vallejo Orea, la sindaca di Mixtla de Altamirano.
  3. Sinaloa (Culiacan, Mazatlan): se si parla di narcos, la storia inizia qui e qui probabilmente è uno degli epicentri più pesanti. C’è una concentrazione altissima di delinquenza e lo stato sembra non riuscir a tamponare. Qualche mese fa, El Raton, nonchè Ovidio Guzman, uno dei figli del Chapo, è stato arrestato. All’arresto ha seguito una ribellione narcos. Scontri a fuoco hanno messo a soqquadro la città e innescato una guerra armata con la polizia, coinvolgendo innocenti. Con conseguente rilascio del narcos. Lo stato qui è palesemente impotente!
  4. Chiuaua: zona divisa tra il cartello di Juarez e il cartello di Sinaloa, proprio questi ultimi hanno firmato il massacro nei confronti della famiglia dei mormoni statunitensi lo scorso Ottobre 2019. La serie di teleferici a Barranca del Cobre, è presente in molti cataloghi di turismo e per i turisti più coraggiosi e amanti della natura è un’ottima escursione. Tuttavia viene chiamata anche la funivia del cartello e immaginate voi il perchè. Non sono riuscito a trovare nessun ragazzo del posto entusiasta ad accompagnarmi a Chiuaua, spero di poter screditare presto queste parole!
  5. Monterrey: (Ciudad Victoria 56,16 omicidi per 100.000): Nel 2011 il casinò di Monterrey è stato invaso da narcos armati che hanno rapinato e provocato un incendio, con oltre 50 morti inncenti. Il carcere di questa città non ha più posti, nel 2011 proprio all’interno del carcere è avvenuta una disputa tra cartelli: Los Zetas e il cartel del Golfo, con 49 morti e 12 feriti. Le faide tra Cártel de Noreste (CDN) e Cartel Jalisco Nueva Generacion e Los Zetas sono all’ordine del giorno.

Le 5 Zone del Messico dove prestare la massima accortezza:

  1. 1. Los Cabos, Messico: (111,33 omicidi per 100.000 abitanti) Ad oggi Cabo San Lucas è la città con più omicidi al mondo, tuttavia questo riguarda sempre faide tra cartelli. Ho passato qui 7 giorni e non mi sento di includere nella lista da evitare, tant’è vero che l’ho inserito nell’articolo Viaggio in Messico: 12 posti più belli! Questo perchè comunque ci sono tanti turisti, tanti bei locali, però allo stesso tempo è facile incontrare tipi poco raccomandabili in discoteca,spacciatori e drogati per le strade in notturna; comunque è pieno di polizia e di security nei locali. Se si opta per visitare questo posto nella Baja California Sur è rigorosamente necessario rispettare le regole che ho trascritto nell’articolo precendente!
  2. La Paz: (84,79 omicidi per 100.000abitanti) Non avrei mai pensato che questo posto potesse essere considerato pericoloso, ma essendo tra le 10 città con più assassinati al mondo, i sento di includerlo tra la lista. Alla fine dista 2 ore di auto da Cabo San Lucas. Qui non ho incontrato molti turisti, forse solo gente di passaggio.
  3. Ciudad Victoria: (83,32 omicidi per 100.000 residenti) Stesso motivo di La Paz, numero di omicidi tra i più alti al mondo. Il rischio di trovarsi coinvolti c’è. Direi di stare molto attenti o meglio anche di evitarla, poichè non ci sono particolari posti da visitare, se non le spiagge, ma che comunque son presenti nella stragrande maggioranza delle città!
  4. Tijuana: (100,77 omicidi per 100.000) Per molti rappresenta la partenza e l’arrivo e spesso la permanenza. Sono tantissimi che partono dalle zone più remote del sud America per tentare il sogno americano, poi non riescono a oltrepassare il muro e rimangono a Tijuana. Questo è il motivo per cui è sovraffollata. La multietnicità e la presenza del cartello, la coronano da parte di alcune riviste la città più pericolosa al mondo. Oltretutto qui è l’unico posto del Messico dove si verificano con frequenza stupri.
  5. Citta del Messico: furti e rapine sono all’ordine del giorno e i tentativi di contrastare questi fenomeni a oggi si sono rivelati quasi del tutto inutili. I quartieri più pericolosi sono Naucalpan, Tepito, Ecatepec. Nelle ore notturne eviterei anche il Centro Storico.

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La civiltà eterna: I Maya

Se stai leggendo questo articolo perchè hai intenzione di organizzare il tuo viaggio in Messico o centro/sud America, ti consiglio vivamente di farlo! Ti potrebbe tornare utile leggere gli altri articoli del blog sul Messico.

Il più conosciuto popolo precolombiano

Nel 2000 a.C. dopo essere stati nomadi per anni, i Maya si stanziano nell’attuale Yucatan(Mexico) e Guatemala.

Quando si parla di Maya, si parla del più conosciuto e importante tra i popoli precolombiani. Le loro velate e affascinanti profezie hanno tenuto vivo il ricordo di questa tribù fino ai nostri giorni.

Sembra che ci sia sempre qualche evento a farci parlare di loro, nel 2015 per esempio è stata rinvenuta l’ultima scoperta sulla tribù: un cenote all’interno di un tempio.

Divisione sociale: la chiave dell’espansione

L’organizzazione civile e politica era simile a quella greca. I Maya infatti costituirono numerose città-stato, proprio come quelle greche. Codeste avevano lingua e la religione comune ma rimanevano tuttavia indipendenti tra di loro.

  • Il re, figura mitologica, veniva venerato in tutte le città stato. Spettava tuttavia all’èlite (sovrani, nobili e sacerdoti) gestire la città;
  • Poi c’erano mercanti e soldati a formare una classe media;
  • Alla base della società c’erano i contadini e gli schiavi.


Chicten Itza (cenote degli Itza) o chiamata anche “La città del serpente piumato” si trova nello Yucatan è il più famoso sito dove ammirare la cultura Maya. Dal 1988 riconosciuto patrimonio dell’umanitàdall’UNESCO e inserito tra le 7 meraviglie del mondo contemporaneo. Un’immensa città costituita da piramidi e castelli, complessi e templi, osservatori e chiese.

Cultura e sviluppo

L’agricoltura di Fagioli, cacao, mais e monili erano la base della vita quotidiana e del commercio dei Maya, ma anche la lavorazione dei metalli preziosi era un’altra risorsa importante.

Tuttavia non utilizzavano oro e gioielli come forma di pagamento, non avevano la cultura della moneta. L’oro e la decorazione delle pietre era solo a scopo decorativo.

I Maya, diversamente da Incas e Zapotechi, non erano grandi guerriglieri, puntavano a una graduale espansione tramite strategie politiche. Tuttavia spesso per difendersi necessitavano di un esercito. A questi “soldati” venivano forniti archi, frecce, lance e spade!

Sull’agricoltura e artigianalità ai fini lavorativi forse i Maya erano arretrati però sulla costruzione erano dei veri maestri.

Oltre alle numerose case e magazzini dei cittadini comuni (in legno e fango), costruirono numerosi ed imponenti edifici in pietra, destinati alla corte del re e alle funzioni religiose.

Lo studio delle stelle, attraverso strumenti molto validi,ha spinto questa civiltà ad evolversi talmente tanto da creare un elaborato e preciso sistema per contare il tempo. Questo fattore ha differenziato e elevato i Maya a qualcosa di più, portando con se affascinanti e velate profezie, oggetto ancora di studi.

Il Calendario Maya

Il “famoso” Calendario Maya inizia nel 3000 a.C. fino ad arrivare insieme a tutte le profezie sulla fine del mondo ai nostri giorni. Il reperto è presente nel Museo Nazionale di Antropologia a Città del Messico.

Nel calendario Maya il singolo punto rappresenta l’unità e una linea sono 5 punti .

Astronomia e matematica per venerare gli dei

Come già accennato, la forte devozione verso gli dei spinge questo popolo a compiere studi matematici e astronomici molto elaborati e precisi, evolvendosi molto di più sotto questo settore. piuttosto che sull’agricoltura.

3 tipi di calendari con 3 diverse funzioni:

  1. Tzolkin: Contava 260 giorni. Ogni giorno aveva un nome e quando nasceva un bambino, egli prendeva 2 nomi, quello dei genitori e quello del calendario.Era legato al ciclo lunare e alla gravidanza;
  2. Haab: Sembra strabiliante la precisione, ma contava 365 giorni! Questo regolava i cicli dell’agricoltura
  3. Il conto lungo: registrava gli eventi storici

“Il luogo degli echi”: il mondo Maya nella foresta di Petèn

Chicten Itza non fù l’unica città Maya. Nel cuore della foresta, nell’attuale Guatemala si può ammirare Tikal, una città ricca di cultura e urbanistica. Possiamo ammirare il “Tempio del Giaguaro” e l’annessa piazza. Da notare l’influenza di Teotihuacan nella composizione della piramide. La civiltà Maya in questa zona elaborò i primi pozzi e cisterne per contenere l’acqua.

Tikal: Tempio del Grande Giaguaro e Tempio delle Maschere

In precedenza le tombe reali sorgevano nell’acropoli del nord, ma il 13 Maggio 682 sotto la guida di Jasaw Chan si costruirono due templi locati frontalmente. Egli decise che questi servivano ad abbellire la città, ma anche come tomba reale per lui e per la sua moglie.

Credenze Maya

  • La vita terrena non era altro che l’intermezzo del Cielo e dell’Inferno. Nella prima fascia vi erano forze benevole, dal cielo infatti arrivava la pioggia. In basso mostri spaventosi che portavano siccità e carestie. Ogni giorno i rituali e i sacrifici verso gli dei servivano a favorire la benevolenza nei loro confronti. Famosissima la danza delle piogge, elemento fondamentale per la coltivazione e quindi per la vita.
  • La profezia della fine del mondo nel 21 dicembre 2012 ha tenuto vivi un po’ tutti. Dopo che il globo terrestre ultimamente è stato ripetutamente colpito da tzunami, eruzioni vulcaniche, effetti indesiderati dell’inquinamento, in parecchi hanno pensato che i Maya potessero avere ragione. Eppure quel giorno è passato tranquillamente. Ma attenzione, David Montagne, uno studioso delle civiltà precolombiane e ricercatore autonomo, qualche anno fa disse che c’è stato un’interpretazione negativa del calendario. I calcoli precisi riportano si al 21 dicembre, ma 2019 e non 2012. Ci dobbiamo preparare?

Un declino improvviso e immotivato

Nel ‘500 gli Spagnoli arrivano nella terra Maya per conquistarla, tuttavia trovano una città pressochè vuota. I reperti archeologici indicano un declino velocissimo e inspiegabile tra il 760 e il 930 d.C..

Delle grandi città erano rimaste soltanto macerie e gli abitanti degli altipiani migrarono o sparirono nel nulla. Ancora oggi gli studiosi faticano a dare un senso alla loro storia, poiché essa si ferma in un punto preciso.

Una catastrofe naturale? Un’epidemia? O gli dei hanno riportato con se il loro popolo amato prima che i conquistadores arrivassero?

Qualcuno ancora avvolge il mistero alle immense doti astronomiche dei Maya, ipotizzando che essi fossero alieni giunti sulla Terra per colonizzarla e che, ad un certo punto, decisero di tornare nel cielo!

Spiegazioni stravaganti a parte, i Maya sono ancora un capitolo oscuro.

Messico oggi: Tra Narcos e realtà!

Si può viaggiare in Messico?

Basta “googlare” le città più pericolose al mondo e sul podio vediamo città messicane. Non posso affermare il contrario, in quanto i fatti, la percentuale dei morti è alta. Credo tuttavia che la stampa, i giornalisti come spesso fanno, sfruttano le notizie a loro piacimento per fare sempre l’articolo scoop! (E mi riferisco anche al video delle Iene, Cizco la mattanza dei narcos, che reputo montato a pennello!).

Credo sia doveroso quindi andare a fondo sulla questione, in quanto se siete viaggiatori, se amate la storia, la scoperta e la natura, se vi piace assaporare cibi e culture diverse, dovete andare in Messico.

Ho scritto diversi articoli sul Messico, in questo articolo voglio fare chiarezza sulla situazione narco-politica attuale, molto complessa. Ma premetto subito che questa non si incrocia in nessuna maniera con i turisti, i quali sono tenuti comunque a prestare le dovute accortezze.

Quindi sì, si può viaggiare in Messico in maniera sicura.

Se anche voi state organizzando il vostro viaggio in Messico, leggete anche gli altri articoli che ho scritto.

Perchè il Messico viene considerato pericoloso?

Fino agli anni ’90 l’export di cocaina nel mondo rappresentava un mercato unitario, prettamente colombiano. Come parecchi già sapranno nel 1993 Pablo Escobar è stato ucciso. Negli anni successivi, c’è stato un breve passaggio del testimone agli altri cartelli colombiani, smantellati dalle forze dell’ordine.

I cartelli messicani dal 2000 in poi hanno assunto il pieno controllo del narcotraffico e oggi sono ciò che qualche decennio prima costituivano i cartelli colombiani.

Differenze cartelli colombiani e messicani

Le autorità locali e i servizi segreti americani dapprima hanno neutralizzato e smantellato tutte le organizzazioni di narcos, forti dell’esperienza colombiana, ma si sono trovati difronte gruppi con un’ organizzazione più efficace rispetto ai vecchi cartelli.

El Chapo con il suo cartello di Sinaloa, ha assunto le sembianze di un vero e proprio boss, come Escobar a Medellin. Egli primeggiava e gestiva ogni traffico, rendendo veramente quasi irrilevante il resto degli altri cartelli.

Dopo la sua tanto attesa estradizione le cose a quanto pare invece di migliorare, sono peggiorate.Ad oggi infatti non ci sono cartelli che si sono affermati leader, ogni organizzazione ha la sua zona,mercato e confini.

Tutti i cartelli che prima dell’estrazione di Joaquín Archivaldo Guzmán Loera detto il Chapo potevano essere considerati subordinati, hanno intravisto la possibilità di guadagnare terreno e imporsi sugli altri. Questo ha generato un continuo spargimento di sangue.

Lo stato ha enorme difficoltà placare la violenza nelle strade, e oltretutto ha enormi difficoltà anche ad individuarli geograficamente, poichè i loro processi per pulire il denaro sono molto elaborati.
Oltretutto anche se i narcos di oggi sono violentissimi, le loro uccisioni sono sempre mirate a profili bassi e dei rivali, evitando di coinvolgere le autorità internazionali e aiuti da altri fronti.

Chi sono i protagonisti della guerra in Messico?

Le guerre messicane si combattono su scenari differenti:

  • Guerra tra cartelli messicani per la presa di potere;
  • Guerra tra cartelli e Stato;
  • Guerra tra cartelli e Autodefensas (più avanti vedremo cos’è)
  • Incomprensioni e ingiustizie, mancanza di accordi tra Autodefensas e stato.

Quanti e quali organizzazioni criminali ci sono?

1. Cartello del Golfo

Chiamato così perchè affaccia sul golfo del Messico, ma opera su tante regioni. Dopo la delicata faccenda del Chapo sono stati il primo a costituire un esercito per provare l’espansione.

Negli anni 2000 hanno infatti ingaggiato i Los Zetas e controllato gran parte del mercato degli stupefacenti, oltre a fare rapimenti e estorsioni.

2. Los Zetas

Questo gruppo composto da paramilitari, qualche anno dopo essere stati assoldati da quelli del golfo, decide di staccarsi per lavorare autonomamente e di stipulare alleanze strategiche (Fratelli Beltran,Leyva e Los Negros) per fare la guerra a tutti gli altri cartelli. Sono i più addestrati tatticamente e fisicamente e sicuramente se c’è un’organizzazione primeggiante è la loro.

Quando i Los Zetas lavoravano per il cartello del golfo, i rivali del cartello di Sinaloa per contrastare arruolarono anch’essi un numero cospiquo di paramilitari, chiamati Los Negros. Anche i Los Negros si sono dopo breve tempo staccati da Sinaloa e paradossalmente si sono uniti proprio contro gli ex rivali Los Zetas.

Sono responsabili non sono di crimini e traffico di droga, ma anche rapimenti con conseguenti richieste di somme di denaro, estorsione e racket. Pare che collaborino anche in Europa tramite la ndrangheta.

3. Cartello di Sinaloa

Tutti i figli del Chapo uniti con il cartello, dopo il suo arresto hanno firmato numerose morti, mutilazioni per dimostrare agli altri che il cartello di Sinaloa non si era indebolito. Ma ciò non è bastato.

Come già detto in precedenza, a questo cartello appartenevano i fratelli Beltrán-Leyva e i Los Negros(inizialmente braccio armato per combattere i Los Zetas), i quali si sono staccati e alleati con i Los Zetas con l’obiettivo di eliminare tutti gli altri cartelli.

Il porto di Acapulco è un punto strategico conteso da parecchi cartelli e epicentro di centinaia di dispute violentissime tra Sinaloa e tutti gli altri cartelli.

A Ottobre 2019 c’è stato un episodio assi rilevante a dimostrare l’impotenza dello stato. Ovidio Guzman, detto El Raton, è stato arrestato. I narcos per giorni muniti di mitra e granate hanno girato per le coste messicane, messo in ginocchio lo stato e costretto a liberare il narcos.

4. Cartello di Juarez

Chiuaua è un’altra zona molto ambita, poichè Juarez si trova proprio a un passo dal Texas. Quelli del cartello di Juarez durante questi anni hanno disputato numerose lotte proprio con i rivali di Sinaloa. Parecchie di queste dispute sono rimaste in mente a molti, in quanto non si sono limitati a sparare, ma le morti brutali avvenivano dopo scuoiamento, teste tagliate e le mutilazioni

5. Tijuana

Arellano-Félix fino a qualche anno era il boss di uno dei cartelli più potenti. Il confine con la California e il collegamento con la Bassa California spesso cataloga Tijuana la città più pericolosa al mondo.

C’è da dire però che qui lo stato, rispetto ad altre zone maggiormente dimenticate, ha fatto bene il suo dovere, ha difatti arrestato esponenti importanti, neutralizzando quasi del tutto il cartello di Tijuana.

Per mantenere vive le rotte infatti c’è stata un’unione tra diversi rimaneggiati cartelli: Tijuana si è unita a quelli del Golfo dopo l’uscita dei Los Zetas. E a completare il quadro si è unito anche il Cartello di Oaxaca.

Autodefensa


“Lo stato non mi tutela, mi sono stancato di subire repressioni, se proprio devo morire, preferisco farlo combattendo!”

Questa organizzazione è più particolare e complessa di quello che sembra. Precisiamo che non è un cartello, ma nasce come una protestante “polizia comunitaria” nel golfo del Messico con lo scopo di autotutelare il territorio, i cittadini e gli imprenditori locali.

Nasce nel Michoacán nel 2011, ad oggi comprende lo stato di Guerrero e Chiapas, contando circa 25000 esponenti. Una grande organizzazione, appoggiata da gran parte della popolazione.

Il cartello nei confronti degli imprenditori garantiva sempre una sorte di pax mafiosa.

Nel Marzo 2011 in Michoacan però si sono presentati, firmando numerose impiccagioni, i Caballeros Templarios: nuovo cartello della droga. L’obiettivo di questo gruppo era di staccarsi dalla Familia Michoacana e sottrargli l’egemonia sul territorio.

Ovviamente questo ha segnato subito scontri con gli altri cartelli e centinaia di morti. Per finanziare la guerra i Cavalieri hanno usato racket contro imprenditori e estorsioni, hanno violentato e ucciso mogli e figlie di imprenditori, incendiato campi, rapito i loro figli. La pax mafiosa è cessata. Le Autodefensas che già tramavano da tempo, scendono in campo.

Ideatori del movimento armato:

  • Estanislao Beltrán: chiamato Papá Pitufo (grande puffo) per il suo aspetto, difatti è un allevatore con una bianca barba lunga; 
  • José Mireles: chiamato El Dottor, un medico baffuto dallo sguardo di ghiaccio. 
  • Hipólito Mora: vero fondatore delle autodefensas in Michoacán e vero leader, padre di undici figli avuti da cinque mogli. Anch’egli è un allevatore di bestiame.
  • Alberto Gutiérrez: “El Cinco” è il leader a Parácuaro, cuore del Messico, prima era un coltivatore di limoni.

Situazione stato/autodefensas

All’inizio le autodefensas giravano su pick-up armati e con il viso coperto, come i narcos. C’è stata subito incertezza da parte del popolo, della politica, delle autorità. Lo stato in tutta la questione era chiamato a prendere una posizione.

Il governatore del Michoacán, Fausto Vallejo, si diceva contrariato, così come il Procuratore Generale, Jesús Murillo Karam, più volte ha dichiarato di voler fermare l’avanzata delle autodefensas.

La potenza e la determinazione delle Autodefensas, l’impotenza dello stato nel placare i narcos e l’appoggio dei cittadini, hanno costretto lo stato a ritagliare un ruolo nella vicenda.

La prima alleanza Polizia-vigilantes organizzati(autodefencas) prevedeva che questi ultimi potessero circolare armati nelle comunità, ma non nelle autostrade.

Dati certi ci sono: a voi la valutazione!

  • Le Autodefensas hanno combattuto guerre asprissime contro i narcos, liberando Michoacan dai cartelli. Sono infatti intervenuti con un’ottima strategia durante la guerra tra cartelli(Caballeros Templarios e il cartello di Michoacan) costringendo i narcos alla ritirata.
  • Lo stato ha usufruito delle autodefensas in diverse operazioni(come quella citata), ma comunque nel 2014 ha fatto arrestatare circa 90 leader delle autodefensas. E questo potrebbe generare dubbi sull’onestà dello stato.
  • Le autodefensas usano metodi criminali per smantellare i narcos, questo significa traffico di armi. Secondo testimonianze popolari, per finanziare la guerra oltre alla vendita illegale di armi, le autodefensas si sono cimentate anche nella vendita di stupefacenti.
  • Non c’è alcuna prova che possa catalogare le autodefensas pari ai narcos. Qualcuno denuncia collusioni di questi gruppi col cartello Jalisco Nueva Generación o infiltrazioni mafiose nel movimento. è un dato di fatto che alcuni ex narcos, dopo aver scontato la loro pena si sono aggregati alle autodefensas, ma ciò non può costituire reato. La linea legale/illegale è sottile, ma le autodefensas l’hanno rispettata.

Riflessioni

Il rapporto stato/polizia comunitaria è stato sempre ambiguo, come è ambiguo lo stato, come sono ambigue le autodefensas. C’è difficoltà a stabilire se le Autodefensas sono già o potrebbero diventare presto criminali oppure se lo stato è corrotto.

Questa è la situazione complessa messicana, in ogni caso ribadisco che il turista in tutto ciò è tutelato. è giusto quando si decide di visitare un posto, conoscere ogni sfaccettatura e vi assicuro che c’è tantissima disinformazione a riguardo. Spero di essere stato esauriente e consiglio sempre di leggere i miei articoli riguardo il Messico.

Viaggio in Messico: 12 posti più belli!

Il Messico è una terra ricca di storia, cultura, siti archeologici e spiagge paradisiache. Da un lato la storia di civiltà come Maya, Aztechi e Zapotechi che hanno lasciato le loro visibile tracce sia nelle opere e nelle personalità carismatiche e ospitali, l’eccellente cucina e le splendide spiagge ; dall’altra parte la complessità internazionale del discorso legato al narcotraffico. Da anni ormai, tv, media e giornali stilano “stupide” classifiche delle città più pericolose del Mondo e sul podio vediamo sempre città Messicane.

Questo porta ad escludere la visita del Messico a molti viaggiatori, o quantomeno a limitarsi a villeggiare solo in alcune zone, tralasciando il cuore di questo paese.

In questo articolo elencherò, le città e i posti più belli da visitare. Bisogna avere gli occhi aperti, ovviamente, però rispettando basilari regole di sicurezza, sicuramente non si avranno problemi.

Chiunque voglia avere un quadro più dettagliato può leggere gli altri articoli presenti sul blog.

Per muoversi tra una città/regione all’altra è necessario andare alla stazione degli autobus, spesso i bus impiegano molto tempo, perchè la strada è tortuosa! Tuttavia ci sono anche comodi voli low-cost! Non c’è la possibilità di viaggiare in treno!

Cancun (Quintana Roo)

VOTO 7 – PERMANENZA ALMENO 3/5 GIORNI

Come primo approdo in Messico sicuramente si può iniziare a degustare la fauna tipica messicana, gli animali. Sicuramente è la città con più servizi, più agevole, più dinamica del Messico, la si può suddividere in:

  • Zona hotelara è una delle mete turistiche più gettonate di tutto il mondo: belle palestre, centri commerciali, negozi tipici, cucine di tutti i tipi e sopratutto discoteche famose, come il Cocobongo!
  • Zona storica, la parte più antica, anche molto più economica. Con una semplice bicicletta e tanta volontà si può tranquillamente raggiungere la zona degli hotel e le tutte le altre zone.

Da Cancun con un traghetto si raggiungono facilmente bellissime isole paradisiache come: Isla Mujeres, Isla Contoy, Isla Blanca.

Chicten Itza (Yucatan)

VOTO 7 – 1 GIORNO

Molto importante fare un’escursione a Chicten Itza, una delle 7 meraviglie del mondo e anche al cenote di Ik kil( costo escursione guidata circa 20 euro, si può acquistare su Tripadvisor, in hotel/hostel o anche nelle tante agenzie in Città).

Playa del Carmen (Quintana Roo)

VOTO 9 – ALMENO 1 GIORNO

C’è un motivo se è la spiaggia più famosa al mondo. Sabbia bianca e acqua chiara.

Spesso i turisti maleducati lasciano rifiuti, oppure le stagioni piovose riempiono l’acqua di foglie. Ma insomma, giudicate voi dalla foto.

Akumal/ Tulum (Quintana Roo)

VOTO 7 – 2/3 GIORNI TOTALI

Proseguendo il viaggio verso il Belize si possono ammirare ancora rovine Maya e l’unicità della fauna verde. Tulum presenta una accogliente città la sera, con diversi tipici locali in cui cenare e ballare. Se si ha tempo, si può proseguire ancora a sud verso Mahahual e Chetumal, la cultura Maya non si ferma soltanto al Messico, ma c’è anche in Guatemala e Belize.

Tuxtla/Palenque/San Cristobal (Chiapas)

VOTO 9 – MINIMO 4 GIORNI

Chiapas è una regione dove la natura ha dato il meglio di se, ma non solo, difatti qui ogni città ha una sua originalità, raffinatezza, eleganza che vi farà innamorare. Dopo Tulum e Playa del Carmen per arrivare via terra nella regione Chiapas è necessario prendere un bus (compagnia ADO), il quale impiegherà numerose ore(anche oltre 20).Però vi assicuro vale la pena, ogni 3/4 ore l’autobus effettua una sosta e potrete mangiare street food messicano!

Cosa vedere in Chiapas

  • La prima città dove potrete fermarmi sarà Palenque, qui potrete visitare le cascate di Misol Hà e Agua Azul e anche il Tempio Maya delle iscrizioni.
  • Tonina si trova più a sud è uno splendido sito archeologico;
  • Non poco lontano verso sud, ancora splendidi paesaggi naturali, la cascata El Chifon e la Laguna di Montebello;
  • San Cristobal de Las Casas è una delle città più originali e uniche del Messico, forse la più bella. Ha un centro storico molto particolare, con belle chiese, case colorate e decorate;
  • Tuxtla merita anche almeno un giorno, qui si può visitare il Parque Nacional Cañón del Sumidero.

Oaxaca

VOTO 10 – MINIMO 3 GIORNI

La valle di Oaxaca (pronuncia Wahaka) è un’altra regione molto affascinante, capisco perchè gli Zapotechi si sono fermati qui. Feste di paese, Mariaci, Tacos, si differenzia da tutte le altre. Qui si possono ammirare e degustare tante produzioni di Mezcal, distillato locale per eccellenza.

Cose da fare:

  • Visita allo Zocalo (piazza principale), Catedrale di Notre Dame de l’Assomption,Basilica of Our Lady of Solitude e comunque camminando in centro avrete la possibilità di ammirare altre sculture e particolarità;
  • Visita alle rovine di Monte Albàn, terra degli Zapotechi;
  • Visita a Mitla, capitale dei Mixtechi;
  • Escursione Hierve del Agua;
  • Escursione nelle fabbriche del Mezcal (per queste tre si può acquistare un pacchetto di una gita giornaliera)

Puerto Escondido (Oaxaca)

VOTO 9 – MINIMO 2 GIORNI

Qui è possibile mescolarsi al massimo con la cultura Messicana. Verrai ospitato bene dalla gente e godrai della tranquillità delle onde del mare.

Cosa Fare a Puerto Escondido

  • VENTANILLA, MAZUNTE, ZIPOLITE e PUERTO ANGEL: queste le 4 fantastiche spiagge. Non sono caraibiche, ma non manca nulla.
  • Lago bioluminescente, dopo cena un battello vi porterà a largo di una laguna, con le stelle e l’acqua calda, dove un’alga presente nell’acqua illumina ogni vostro movimento in acqua. Fantastico. Basta chiedere in hotel,hostel o in giro se si vuol fare questa escursione.
  • Provare l’insalata di pesce con l’ Octopus(molto piccante, però…)!

Puebla

VOTO 8 – ALMENO 2 GIORNI

Tra Oaxaca e Città del Messico, se si ha la possibilità consiglio di soffermarsi in questa città, qui sicuramente si potranno degustare piatti tipici e godere di un centro storico caratteristico. Da qui si può arrivare al sito di Cholula e ammirare la piramide più grande al mondo!

Città del Messico

VOTO 6,5 – ALMENO 2 GIORNI

Con i suoi 1750 km quadri, 9 milioni di abitanti e uno dei PIL più alti al mondo, è una tra le metropoli più grandi al mondo che tuttavia mantiene le sue origini storiche, con architetture particolareggiate. Camminare lungo le strade del centro ti fa sentire molto piccolo, c’è un fiume di gente!

Cosa visitare

Passeggiando per il centro storico vi imbatterete in architetture molto imponenti:

  • Palacio de Bellas Artes: frontalmente a questa struttura(foto in basso) troverete un osservatorio, dove a pagamento si può salire e apprezzare e fotografare dall’alto sia il palazzo, ma anche la vista della Città!
  • Cattedrale Città del Messico: è la chiesa più famosa;
  • Piazza della Costituzione: meglio conosciuta come Zòcalo, è la piazza principale che si trova intorno alla Cattedrale;
  • Castello di Chapultepec: sorge sull’omonimo monte a 2.325 metri sopra il livello del mare
  • Museo Nazionale di Antropologia: sempre a Chapultec è presente il museo più grande del Messico, gratuito. Un’architettura all’avanguardia. Contiene reperti e storia di tutte le civiltà antiche messicane.
Palacio de Belles Artes visto dall’Osservatorio

Escursioni da Città del Messico

  • Teothiucan: fantastico complesso di piramidi, un tempo villaggio degli Aztechi;
  • San Miguel De Allende: piccola città caratteristica e elegante: Bellissimo centro storico e consiglio di passare qualche ora al parco di avventura!
  • Basilica di Nostra Signora di Guadalupe: un santuario posto sul monte del Tepeyac, non molto lontano dalla città

Guadalajara (Jalisco)

VOTO 6,5

Spesso questo capoluogo di regione viene saltato, eppure è un mix modernità e storia. Al centro delle tre affollate principali piazze Guadalajara, de Armas e de la Liberación, si può ammirare la cattedrale. Passeggiando ancora si può notare la Rotonda of Illustrious Jaliscienses.

Tequila

Da Guadalajara ci sono escursioni organizzate, oppure ci si può recare alla patria del distillato semplicemente prendendo un economico bus dal terminal dei bus della città. Qui si può fare visita alle numerose fabbriche di Tequila e assaporarne il gusto intenso.

A questo punto del cammino vi troverete a fare una scelta, magari proseguire per Monterrey e entrare in Texas oppure potrete prendere un traghetto a Puerto Vallarta per andare in Baja California. Anche i voli interni in Messico sono molto economici (circa 50/60 Euro se prenotati almeno qualche giorno prima).

Baja California Sur

VOTO 7 – PER FARLA TUTTA ALMENO UNA SETTIMANA

E consiglio di distinguere bene Baja Califonia Sur con Baja California, gli abitanti del posto ci tengono!

La Baja California e Baja California Sur è l’estensione verso sud della California. Oltre 1600 km di strada, la Federal Highway 1 è un enorme distesa arida e cactus, dove fermarsi a fare surf nelle piccole città. Qui la cultura messicana si intreccia con quella americana, si nota già qualche differenza rispetto l’epicentro messicano, ma comunque è un’esperienza molto diversa che consiglio di fare.

L’ideale è noleggiare un auto per farla, ma diciamo che la si può percorrere anche in autobus e ci sono anche aereoporti con voli low-cost in diverse città (Cabo San Lucas, La Paz, Tijuana).

Se pensavate di comprendere bene lo spagnolo, probabilmente rimarrete delusi nel non capire una mazza!

Risalendo dal punto più a sud (Cabo San Lucas) ci sono altre città molto carine, dove vale la pena passare almeno un giorno, la prima tappa è Todos Los Santos, famosa per via dell’Hotel Califonia, a cui gli Eagles hanno dedicato una canzone famosissima.
Vale la pensa passare almeno una giornata a La Paz e Loreto, dove si possono ammirare ancora spiagge rocciose e avere momenti di assoluta tranquillità e relax.

Posti più famosi BC e BCS

Cabo San Lucas (Baja California Sur)

Punto più a sud della regione. Questa città non è di certo famosa per le civiltà antiche. Diciamo che è un po’ come Cancun, molto movimentata. Clima festaiolo e il viale pieno di club, tra cui il Cocobongo!

Da qui vengono turisti da tante parte del mondo in vacanza: Australia, New Zeland, Canada e ovviamente USA.

Ci sono molte belle spiagge dove fare snorkeling e rilassarsi, dopo aver camminato tanto è il giusto posto per ricaricare le batterie.

L’arco di Cabo San Lucas

Tijuana (Baja California)

VOTO 6,5 – 1/2 GIORNI

Le ultime città prima di arrivare al confine, a una manciata di km da San Diego sono Ensenada e Tiguana. La prima è molto elegante, ha bei monumenti e musei da vedere. Entrambe hanno una bella spiaggia dove poter fare surf! I migliori Tacos sono qui!

Cosa fare a Tijuana

  1. Ammirare a il fascino del Muro del confine disperdersi nel mare: i rapporti ostili innalzati da Trump insieme al secondo muro, indubbiamente sono una parte di storia moderna;
  2. Passeggiare lungo l’ Avenida de la Revolucion, tanti bei negozi e ristoranti con i migliori Tacos;
  3. Visitare il cinema e teatro Tijuana Cultural Center, ha una struttura molto simpatica;
  4. La movida di Tijuana è tra le più famose al mondo.

A Tijuana incontrerete persone da tutto il mondo, sono in tanti a coltivare il “sogno americano” e a partire dalle parti più remote del sud america per oltrepassare il confine. Questo fattore, unito alla presenza dei cartelli, corona da parte di riviste,statistiche e media la città più pericolosa al mondo.

Assolutamente ho messo Tijuana nella lista, perchè è visitabile al 100%.

Se stai organizzando il tuo viaggio e vuoi saperne di più su come stare sicuro, le città dove stare attento e quelle da tralasciare, ti invito a leggere gli altri articoli sul Messico su questo blog.

Machu Picchu: la dimostrazione dell’arte Inca



Possiamo ammirare Cuzco: capitale Incas, edificata con costruzioni in pietra a secco. I grossi cumuli rocciosi di anche 5 metri sono incastonati perfettamente l’uno con l’altro e formano monumentali strutture compatte trapezoidali. A differenza di Maya e Aztechi, le piramidi non hanno nessuna traccia di decorazione, tuttavia all’interno si trovavano rivestimenti in oro e argento.
Gli Incas costruirono le prime strade, ponti e utilizzarono tecniche innovative nella gestione dell’acqua. Furono gli spagnoli ad attribuirgli il nome Incas, poichè Inca stava per Sole, il dio che loro veneravano.
Il territorio dell’impero aveva le insolite dimensioni di 3000 km di lunghezza per soli 500 km di larghezza: un’ estensione in lungo,che partiva dal Perù, prendendo parte della Colombia, fino le coste dell’attuale Argentina. Nel periodo di massima espansione, si contava un popolo di 15000 abitanti.

Chi erano gli Incas: credenze, profezie e artigianato.

Gli imperatori

  • Nel 1200 a fondare la città di Cuzco fu Manco-Càpac e la sua sposa-sorella Mama Occlo;
  • Nel XV sec. è il nono sovrano Pachacuti (1471-1493) ad espandere prepotentemente l’impero. Dopo 4 anni di guerre rientrò a Cuzco dove lo accolsero con la massima autorevolezza, bevendo vino dai crani dei nemici.
  • Tupac Yupanqui (1471-1493) figlio del precedente sovrano, leggitimò le conquiste e portò al massimo splendore l’impero; egli conquistò Quito, gran parte della Bolivia, Cile e Argentina.
  • Huayna Càpac dopo il 1493 gestì l’impero, ma dato che nel nord vi erano spesso dispute, decise di spostarsi a Quito per mettere ordine. Ma nel 1527 morì.
  • Tre figli a lottarsi il trono: Huayna Capac, Huàscar e Atahualpa. Dopo 6 anni di guerre il secondo vinse. Questa guerra interna distrasse tutto l’impero dall’arrivo dei conquistadores spagnoli, che segnò la fine.

Credenza popolare

La leggenda narra che gli Incas uscirono dalle viscera di un monte, oppure dalle onde del lago Titicaca.

Il dio Sole che popolava questa terra, addestra un popolo e lo lascia sulla terra con la missione di riportare l’ordine in seguito alle catastrofi.

Durante la loro esistenza il popolo ha sempre venerato il loro dio, reincarnatosi nell’imperatore. Quest’ultimo si presentava al popolo all’età di 16 anni tra riti e venerazioni. Sporadicamente egli si presentava al popolo e quando questo succedeva gli abitanti si prosternavano a terra a pregare seguendo poi con riti religiosi.

Profezia Inca

Il dio Viracocha, figlio del Sole, creatore del cielo e della terra apparve a un principe reale, mentre riposava in una grotta.

Viracocha e Tiqui Viracocha erano le principali divinità inca. Il figlio del sole era considerato come lo Splendore Originario o Il signore, il Maestro del Mondo.

Si narra che fosse sorto dalle acque e che avesse creato il cielo e la terra, aveva la pelle chiara e gli occhi azzurri, era alto di statura e aveva capigliatura e barba bionde o bianche, indossava una lunga tunica bianca con una cintura in vita.

Nella grotta gli predisse rovine da parte di popoli provenienti dal Nord.

Le rivolte interne dopo la morte dell’ultimo imperatore Internamente facevano sembrare l’avverarsi della profezia. Ma proprio quest’ultima si avverò un secolo dopo con l’arrivo degli spagnoli.

Agricoltura e Artigianato

La chiave del successo degli Incas, oltre alla struttura politica, si può riassumere in 4 punti chiave:

  1. L’utilizzo di un calendario. Benchè a Cuzco non conoscessero la scrittura, facevano dei nodi a delle cordicelle per annotare informazioni. Sia per motivi religiosi, sia per l’agricoltura questo sistema molto migliorato portò all’esigenza di contare il tempo. 12 lune di 30 giorni ciascuna, con 3 settimane di 10 giorni, facevano 360 giorni. Corrispondente ai festeggiamenti e alle attività quotidiane. Successivamente a Cuzco edificarono 12 pilastri. Questi furono disposti precisamente in modo tale che ogni mese uno indicava dove sorgeva il sole e dove stava tramontando.
  2. La scoperta che sotto il manto di sabbia la terra fosse idratata da sorgenti sotterranee, ha conseguito che togliendo il primo strato di sabbia, ogni tipo di terreno poteva essere utilizzato per coltivare. Quindi più campi, più lavoro, più raccolto.
  3. Nell’artigianato gli Incas erano maestri: tessevano canapa e vigogna, decorandola anche con vari motivi e vivaci colori.
  4. La lavorazione dei metalli, di cui erano costitui sia gli oggetti ornamentali sia i boccali sia gli utensili di uso comunee anche vasi di argilla decorati con steli di mais. Questo ha agiato di gran lunga le condizioni di vita sociale, di lavoro grazie agli utensili realizzati e soprattutto nel commercio e negli scambi.

Una struttura amministrativa molto “di sinistra”

Nella società di Cuzco ognuno aveva ruoli ben precisi, c’erano degli studiosi che elaboravano statistiche e strategie di mercato, tenendo sotto controllo e gestendo gli introiti, per poi riutilizzarli per il popolo o per strutture pubbliche.

L’Impero Incas, in una parabola di meno di un secolo, raggiunse dimensioni mai toccate da altri Stati americani, rappresentando una delle migliori amministazioni politica eterogenea.

I possedimenti erano così tripartiti:

  • una sezione per i Sole, dove i prodotti servivano per mantenere il clero;
  • una parte per il sovrano che all’occorrenza ridistribuiva le ricchezze;
  • una quota per gli abitanti del Paese, ripartita in base al numero dei componenti dei nuclei famigliari.

Una struttura politico-sociale molto “di sinistra”

Nella società di Cuzco ognuno aveva ruoli ben precisi, c’erano degli studiosi che elaboravano statistiche e strategie di mercato, tenendo sotto controllo e gestendo gli introiti, per poi riutilizzarli per il popolo o per strutture pubbliche.

L’Impero Incas, in una parabola di meno di un secolo, raggiunse dimensioni mai toccate da altri Stati americani, rappresentando una delle migliori amministazioni politica eterogenea.

I possedimenti erano così tripartiti:

– una sezione per i Sole, dove i prodotti servivano per mantenere il clero;

– una parte per il sovrano che all’occorrenza ridistribuiva le ricchezze;

– una quota per gli abitanti del Paese, ripartita in base al numero dei componenti dei nuclei famigliari.

I cittadini non pagavano i loro tributi con ortaggi oppure bestiame, bensì con manodopera in favore dello stato. Lo stato quindi aveva una potenza agricola e squadre ripartite per emergenze belliche, costruzione di edifici o opere pubbliche.

Il commercio era monopolizzato dallo Stato che controllava anche gli spostamenti delle popolazioni, specie quando si trattava di etnie ribelli.

Aztechi: non solo grandi guerrieri!

Nozioni principali

Dal XIV al XVI secolo i Mexicas dopo essere stati sempre una tribù nomade, si stanziarono nel cuore del Messico. La ragione fù il clima temperato e la presenza stabile di altre civiltà ben organizzate sull’agricolutra.

Il popolo fù successivamente meglio riconosciuto come “Triplice Alleanza Azteca”o impero azteco, dall’unione ditre città azteche: Tenochtitlán, Texcoco e Tlacopán.

Agli inizi del XV secolo ci fù un periodo di splendore di questo popolo, vinse tutte le guerre di ogni singola regione e riuscì ad organizzare un impero sempre più temibile, estesosi su gran parte del Messico, dall’Atlantico al Pacifico, e su parte del Guatemala.

Organizzazione sociale

La struttura organizzativa era la base che ha portato questo popolo all’ascesa. Era quella comune a tanti imperi, ma non affatto da sottovalutare:

  • l‘imperatore era a capo di tutto e poteva contare su un Consiglio Supremo per amministrare;
  • I nobili erano gli unici a possedere terre e potevano adempiere a cariche politiche e religiose;
  • I contadini lavoravano la terra dei nobili in cambio di viveri e poco denaro;
  • I mercanti rappresentavano l’ultima classe sociale abbastanza dignitosa, tramandavano il mestiere di figlio in figlio;
  • I servi e gli schiavi la base della piramide, utilizzati per i lavori meno umili. Spesso erano colpevoli di gravi reati o semplicemente appartenenti ad altri popoli.




Gli aztechi esprimevano la loro massima forma di arte nella scultura e lavorazione del legno. Spesso arricchivano le loro composizioni con gioielli di oro e rame, importandone quantità elevate dalle zone Peruviane fin dal XIII secolo. Il reperto rappresenta un dio.

Creazione del mondo

La tribù sosteneva che già la fine dell’umanità era stata compromessa in seguito a terribili cataclismi:

  • la prima volta era stata divorata da giaguari;
  • la seconda era stata trasformata in scimmie da un vento magico;
  • la terza era stata sommersa da una pioggia di fuoco;
  • la quarta un diluvio distrusse ogni cosa.

Durante le loro pratiche religiose, spesso si riproducevano questi eventi passati. Altre volte invece venivano compiuti sacrifici, anche umani, per gratificare gli dei e evitare o almeno ritardare il quinto tracollo.

Le divinità azteche

Come divinità adoravano le stesse dei popoli circostanti.

Una pratica religiosa comune tra gli Aztechi era la ricreazione del divino: gli eventi mitologici venivano ricreati ritualmente e le persone viventi impersonavano particolari dei, venendo riveriti come dei, e spesso sacrificatichiamate diversamente:

  • Tlaloc, dio della pioggia;
  • Huitzilopochtli, dio padre della tribù Mexica;
  • Quetzalcoatl, eroe culturale e dio della civiltà e dell’ordine
  • Tezcatlipoca, dio del destino e della fortuna, legato alla guerra ed alla magia.



La foto è stata scattata nel Museo di Antropologia a Paseo de la Riforma, Città del Messico.
Con un’imponente e moderna struttura di 44000 metri quadri e oltre 20 sale è il più grande museo del Messico. Si possono ammirare qui i reperti più importanti di Maya, Aztechi e Olmechi.